VENERDI' SANTO - Processione dei Misteri

A poche ore di distanza dalla ritirata della Addolorata, precisamente alle 17.00, si apre il portone del Carmine, al centro del Borgo, ed ha inizio la Processione dei Misteri.
La gente pare che non avverta la stanchezza perché si riversa dietro le transenne lungo il percorso della processione e attende il lento passare dei simboli della Passione.
Ed è commovente notare come siano tantissimi anche i bambini che sfidano il freddo della notte e la stanchezza per guardare con occhi sgranati “le perdune”, ovvero le coppie di confratelli e le varie statue.
L’origine di questa processione ha una data certa e precisamente il 4 Aprile Venerdì Santo del 1765, quando la Confraternita del Carmine portò in processione le due statue di Cristo Morto e dell’Addolorata consegnate loro, con atto notarile, dal nobiluomo tarantino Francescantonio Calò, discendente di don Diego Calò, che per primo e in forma privata aveva fatto portare in processione, nell’ambito della Città Vecchia, le due statue.
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Dopo la consegna la Confraternita del Carmine ha sempre curato lo svolgimento della processione, arricchita nel tempo con nuove statue, sino alla struttura attuale, che presenta otto icone singole.
La processione è aperta dal "troccolante", l’unico singolo a reggere il bordone e ad indossare il cappello.
Segue la prima banda, poi il Gonfalone abbrunito, per la morte di Cristo e la Croce dei Misteri.
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Inizia la serie delle otto statue, intervallate da coppie di confratelli: Gesù nell’Orto degli ulivi, Cristo alla colonna, Ecce Homo, la Cascata, il Crocifisso, la Sacra Sindone, seguita dalla seconda banda e quindi Cristo Morto.
Questa è la statua più solenne e commovente, che ispira un senso di profonda pietà e passa tra due ali di folla silenziosa e commossa.
Il Cristo disteso sulla bara e ricoperto da un velo trapunto di stelle d’oro, pare non disperatamente morto, ma addormentato in un lieve sonno che prelude alla prossima resurrezione.
Ai lati della bara quattro notabili della città o Cavalieri del Santo Sepolcro, reggono il laccio d’onore.
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Chiude la processione la statua dell’Addolorata del Carmine, preceduta dal Sacerdote e dai chierici e seguita dalla terza banda.
Dopo una breve sosta nella chiesa di San Francesco di Paola, il mesto corteo riprende il cammino del ritorno, per rientrare nelle prime ore del mattino di Sabato Santo nella chiesa del Carmine.

Molto suggestivo è il momento in cui il "troccolante" batte tre colpi col bordone sul portone per far riaprire la chiesa.
Quando la porta si chiude alle spalle dell’ultima statua terminano i riti della tradizione tarantina e tutti si preparano alla liturgia della veglia pasquale, con cui si celebra la Resurrezione del Signore.
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- Testo tratto dall' intervento del prof. Antonio Liuzzi, Priore Confraternita dell' Addolorata, su "La Settimana Santa a Taranto", in occasione del Convegno "Settimana Santa in Andalusia, Sicilia, Puglia" tenutosi a Caltanissetta dal 7 al 9 marzo 2009.
- Foto tratte dal web.
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